Al Parco della Storia Militare è stata inaugurata la mostra STORIE DI GUERRA – UCRAINA DA VICINO.
Nel Parco della Storia Militare, mercoledì 27 novembre 2024, abbiamo inaugurato una nuova mostra STORIE DI GUERRA – UCRAINA DA VICINO.
I musei militari, in linea di principio, si dedicano principalmente all’elaborazione museale del passato – delle guerre e degli eventi bellici ormai conclusi. Da dove nasce, quindi, questo interesse per una guerra attuale, per una guerra ancora in corso? Nel Parco della Storia Militare siamo convinti che, con lo scoppio della guerra in Europa e con la crescente minaccia di un conflitto di più ampie dimensioni, abbiamo acquisito una nuova missione: sensibilizzare sulle atrocità della guerra, sull’inimmaginabile sofferenza che essa comporta, non solo per i soldati. La guerra non risparmia nessuno, nemmeno i gruppi più vulnerabili della popolazione.
Con le tecnologie moderne e i sistemi d’arma sempre più efficaci, gli effetti della guerra si propagano sempre più in profondità nel retrofronte. Sarebbe molto difficile spiegare meglio tutto questo ai visitatori del museo se non attraverso la mostra fotografica di Eddy van Wessel, il cui obiettivo di vita è testimoniare con la fotografia gli orrori della guerra.
Alla realizzazione di questo progetto espositivo, STORIE DI GUERRA – UCRAINA DA VICINO, che mostra la guerra in tutta la sua atrocità, il Parco della Storia Militare è stato invitato dal Museo Militare Nazionale dei Paesi Bassi. La mostra fotografica raccoglie immagini scattate durante le visite alle linee del fronte e alle retrovie in Ucraina dal rinomato fotografo olandese Eddy van Wessel. Si tratta di una toccante testimonianza della devastazione causata dall’aggressione e della sofferenza infinita della popolazione colpita. Le sue fotografie sono il frutto della sua perseveranza, della sua determinazione e di un sincero interesse per il prossimo.
La guerra in Ucraina non è la prima che van Wessel ha documentato: con la sua macchina fotografica è stato presente sui campi di battaglia in Bosnia, Cecenia, Iraq e Siria. Non si è mai concentrato sugli aspetti strategico-militari delle operazioni né si è lasciato affascinare dalla potenza degli eserciti o dei loro armamenti. Sebbene spesso venga descritto come fotografo di guerra, si potrebbe dire che è in realtà un cronista visivo delle conseguenze della guerra. Ovunque vada, cerca di catturare con il suo obiettivo la sofferenza degli individui travolti dal vortice del conflitto e le difficoltà della loro vita quotidiana. Il messaggio delle fotografie di van Wessel è un forte grido di protesta contro l’orrore e l’insensatezza della guerra.
Eddy van Wessel non si esprime solo attraverso la fotografia: anche le didascalie delle immagini in mostra sono opera sua, poiché nessuno meglio di lui sa descrivere il momento in cui uno scatto è stato realizzato.
Le sue fotografie, oltre alla mostra presso il Parco della Storia Militare, sono attualmente esposte anche nel Museo Militare Nazionale dei Paesi Bassi e nella Leica Gallery di Amsterdam. Eddy van Wessel, in qualità di fotografo documentarista, collabora con numerose riviste di fama mondiale, tra cui Stern, Paris Match, Le Monde 2, Spiegel e The Washington Post.
Nel corso della sua carriera, Eddy van Wessel ha ricevuto numerosi prestigiosi riconoscimenti, tra cui il titolo di Fotografo dell’Anno, assegnato in Svezia dalla giuria di Årets Bild. Inoltre, ha vinto per ben quattro volte il premio per la miglior fotografia al prestigioso concorso internazionale Silver Camera.
Alla mostra fotografica presso il Parco della Storia Militare abbiamo aggiunto anche la presentazione di una delle storie di guerra: la vicenda dell’orfanotrofio per bambini della regione di Lugansk n. 2, che ha trovato rifugio nel villaggio di Slavina, a soli 5 km dal Parco. Questa struttura è stata coinvolta nella violenza bellica già nel 2014, quando le forze separatiste hanno cercato di deportarla in Russia. Solo grazie alla determinazione e al grande coraggio della direttrice, la dott.ssa Kateryna Dontsova, i bambini sono riusciti a tornare in Ucraina.
L’orfanotrofio è stato successivamente riorganizzato nella città di Severodoneck, ma a causa dell’aggressione russa, nel febbraio 2022 ha dovuto trasferirsi d’urgenza a Leopoli, nell’Ucraina occidentale, dove la situazione era resa critica dai continui attacchi missilistici. Grazie a una campagna umanitaria lanciata dall’Associazione degli amici dell’infanzia di Lubiana Moste-Polje e da POP TV, in collaborazione con l’Ufficio del Governo della Repubblica di Slovenia per l’Assistenza e l’Integrazione dei Migranti, le autorità ucraine e l’Ambasciata ucraina in Slovenia, l’orfanotrofio è stato trasferito in Slovenia all’inizio di maggio 2022.
Con il supporto della Protezione Civile, del Comune di Postumia, della Scuola secondaria forestale, sanitaria e del legno di Postumia e, soprattutto, della Comunità locale di Slavina, che ha messo a disposizione il centro culturale del villaggio, è stato possibile offrire un’accogliente sistemazione per venti orfani ucraini di età compresa tra uno e sei anni. Oltre ai bambini, si sono trasferiti in Slovenia anche otto infermiere e assistenti dell’orfanotrofio, insieme a tre medici.
Il discorso ufficiale e l’inaugurazione della mostra sono stati affidati al Sig. Vojko Volk, Segretario di Stato per gli Affari Internazionali e la Sicurezza Nazionale e Internazionale, il quale ha ricordato ai presenti quanto facilmente tendiamo a dimenticare. Ha sottolineato che una situazione simile a quella che il popolo ucraino vive da oltre mille giorni è stata vissuta anche dagli sloveni durante la Seconda guerra mondiale e nel processo di indipendenza.
In questa prospettiva, ha ribadito che la Repubblica di Slovenia continuerà a fornire aiuto all’Ucraina finché sarà necessario, con l’obiettivo di garantire una pace duratura in Europa.
In occasione dell’inaugurazione della mostra fotografica, Eddy van Wessel ha ringraziato il Parco per aver reso possibile l’esposizione delle sue fotografie, intense e capaci di scuotere profondamente, anche in questa parte d’Europa. Ancora scosso dalle impressioni del suo recente viaggio in Ucraina, dal quale è tornato solo pochi giorni fa, ha sottolineato l’importanza di non dimenticare l’Ucraina – anche quando i combattimenti finiranno, il paese e la sua popolazione dovranno affrontare un lungo percorso di ripresa.
Alla cerimonia inaugurale ha partecipato anche l’Ambasciatore dei Paesi Bassi, Sua Eccellenza Johan Verboom, che ha espresso il proprio orgoglio e ammirazione per il coraggio dimostrato da Eddy van Wessel. Ha sottolineato come il fotografo, attraverso i suoi viaggi nelle zone di guerra dell’Ucraina, porti al mondo immagini che raccontano le storie del fronte e delle retrovie. L’Ambasciatore ha ricordato che il mondo non deve solo vedere e ascoltare queste storie, ma agire in base ad esse, offrendo sostegno all’Ucraina nella difesa del proprio paese.
L’Ambasciatore dell’Ucraina in Slovenia, Sua Eccellenza Andrii Taran, ha sottolineato in particolare la sofferenza e la morte causate dagli attacchi contro scuole, università, chiese e altre istituzioni che rappresentano il cuore del popolo ucraino. Ha espresso anche lui la sua ammirazione per il coraggio di Eddy van Wessel, che rischia la propria vita per portare al mondo libero notizie dall’Ucraina, dove si combatte per preservare quei medesimi valori.
All’evento, oltre agli ospiti partecipanti, hanno preso parte numerosi ambasciatori e altri alti rappresentanti diplomatici di paesi membri dell’Unione Europea e della NATO, la direttrice dell’orfanotrofio regionale della regione di Lugansk n. 2, la dott.ssa Kateryna Dontsova, insieme al personale della struttura, e molti altri ospiti.
Alla cerimonia di apertura della mostra è seguita la proiezione del film Eddyjeva vojna (Eddy’s War) della casa di produzione Zeppers Film & TV, diretto da Joost van der Valk. Il film offre uno sguardo dietro le quinte del lavoro di Eddy van Wessel, mostrando il processo che porta alla realizzazione del suo lavoro fotografico.
La mostra sarà visibile al Parco della Storia Militare fino a marzo 2025.